Fuori dal tempo.
Il filosofo contemporaneo Giorgio Agamben afferma: “è davvero contemporaneo chi non coincide perfettamente col suo tempo né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale, ma, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli
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Fuori dal tempo.
Il filosofo contemporaneo Giorgio Agamben afferma: “è davvero contemporaneo chi non coincide perfettamente col suo tempo né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale, ma, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo”.
Tutta l’arte, si sa, è stata contemporanea al suo tempo, e dunque è questo il compito ultimo dell’artista: osservare il proprio tempo per scardinarlo, oltrepassarlo, esserne talmente dentro da attraversarlo ed esserne fuori così da poterlo percepire più nitidamente di chiunque altro, e poterlo restituire al pubblico, integro, limpido, senza velature o incrinature. Questo tempo che corre veloce ma senza affanni, scevro dalla negatività, è il tempo di Marco Angelini, artista la cui poetica e grammatica visiva intercetta sempre una “fotografia” di oggetti evocativi, di memorie composte in un puzzle astratto che già ci raccontano altro, sospingendosi in una deriva continuamente mutevole, e mai amovibile.
L’artista si muove, ricerca, scova, indaga: il suo compito ultimo è quello di osservare la realtà talmente da vicino per poterla oltrepassare, per poterci decifrare e restituire, con chiarezza formale e concettuale disarmanti, quella nebulosa spesso millantata che è la contemporaneità.
Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci
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