Con la serie La materia e il suo doppio ho voluto esplorare la dialettica tra identità e specularità, tra unicità e risonanza.
Per me la materia non è soltanto un supporto, ma una presenza viva e identitaria, mentre il “doppio” diventa un modo per aprire nuove prospettive percettive e concettuali.
Ogni opera è legata a un’altra attraverso affinità visibili o sottili: dimensioni identiche, tecniche condivise, cromie analoghe o contrapposte. Talvolta il legame è evidente, quasi dichiarato; altre volte si rivela solo nello sguardo attento, come un’eco imprevista o un riflesso inatteso. Non si tratta mai di semplice ripetizione, ma di un principio di specularità che accosta e differenzia, che genera dialogo senza chiuderlo in un significato unico.
Il percorso si compone così di opere che vivono “a due a due”, ma anche in insiemi più ampi.
È lo spettatore stesso, muovendosi nello spazio, a diventare parte attiva di questo gioco di rimandi, scoprendo legami sensoriali, formali o simbolici che si attivano nell’incontro tra i quadri e il suo sguardo.
La materia che utilizzo come pigmenti naturali, resine, carte, metalli, frammenti di oggetti e materiali di recupero, custodisce memorie e tracce di vissuto, ma al tempo stesso si trasforma in linguaggio, in superficie vibrante che rimanda a un altrove.
Così, in ogni opera, il doppio non è soltanto accostamento, ma anche tensione: un invito a interrogarsi sul limite tra sé e l’altro, tra il visibile e il celato, tra il reale e la sua proiezione.
Con La materia e il suo doppio proseguo un viaggio artistico che intreccia i sensi con la coscienza di sé, restituendo al pubblico non un’immagine fissa, ma un campo aperto di possibilità interpretative, in cui ogni sguardo possa ritrovare il proprio riflesso.
Marco Angelini
[ Read less ]